Oggi vorrei parlarti di come nasce un mio progetto fotografico.

Ti starai chiedendo perché utilizzo la parola “progetto”. Ho deciso di chiamarli progetti perché non sono solo dei lavori, non sono solo delle idee, non sono solo delle rappresentazioni, ma sono tutto questo messo insieme con in più una pianificazione, uno studio, una metabolizzazione interiore che da vita a quello che io racchiudo nella parola Progetto.

Uno fra tutti, che più mi rappresenta è sicuramente quello su gli “Stati d’Animo”.Arriva un momento della vita dove devi cercare di affrontare, superare situazioni che sono più grandi di te e il riuscire a tirarle fuori è un po’ come mettersele davanti e vederle da un altro punto di vista.

Fare questo richiede una grande forza di volontà, soprattutto se non vuoi essere travolto dagli eventi, che a volte sarebbe la strada più facile, certo non indolore, ma sicuramente più breve.

Io non riesco a rimanere inerme e farmi travolgere, preferisco affrontare l’onda dalla cresta e non aspettare che mi si infranga contro. Il progetto su gli Stati d’Animo racconta questo, una porzione della mia vita che mi ha segnato, mi ha ferito, mi ha deluso, mi ha gettato nello sconforto, ma che è servita come spinta per rinascere come persona nuova. Non è affatto facile, a volte senti che qualche ferita ancora sanguina, ma hai la consapevolezza che si rimargina perché il tuo operato è limpido e chi sposa la Verità non ha nulla da temere.

Io, parlando de Gli Stati d’Animo, dico sempre che la forza di ogni singola immagine, sta nel fatto che ognuna di loro è reale perché non recita una parte ma interpreta se stessa. Io non ho fatto altro che cercare di rivedermi in ognuna di loro, e attraverso di loro raccontarmi. Ma la cosa più bella è che, chi vede ogni singola foto, troverà almeno in una se stesso, con il proprio stato d’animo del momento o gli ritornerà in mente un evento della sua vita che magari aveva rimosso. Questo lo dico perché è successo, ho avuto tante testimonianze in merito che mi hanno dato modo di rivedere da altre angolazioni le mie stesse emozioni vissute da altri.

La fotografia è un mezzo straordinario di espressione, sei tu che crei un’immagine nella quale ti rivedi e ti ritrovi.

Quando si affronta questo tipo di esperienza, rimane fondamentale il coinvolgimento totale di chi è con te nel realizzare lo scatto. A volte trascorri più tempo a parlare, a cercare di capire e coinvolgere la modella piuttosto che a realizzare lo scatto vero e proprio. La fotografia per come la intendo io è condivisione, empatia, trasporto. La modella in quel momento è prima di tutto un essere pensante che prova emozioni, non è lì solo per la sua bellezza o la sua figura, onestamente non scelgo le modelle in base a canoni di bellezza, ma per ciò che mi trasmettono, è un po’ complicato da spiegare ma ognuna di loro potrà confermare che la scelta è stata guidata da sensazioni o anche dopo un incontro casuale ad esempio in palestra o in fila in un negozio.

Le persone non si incontrano mai per caso e quando, nonostante non ci si conosca ci si trova a condividere un qualcosa in comune e si crea, in questo caso, un’immagine che ci accomuna, se non altro per il motivo per il quale è stata realizzata, beh per me questo è straordinariamente bello e ogni volta mi emoziona. Finché proverò emozione non mi stancherò di creare.